Per Altrafase confrontarsi con altre figure professionali significa creare collaborazioni, collaborare vuol dire avere maggiori opportunità , di crescita, di esperienze e permette di focalizzare la persona, che è unica e irripetibile, guardandola da diverse prospettive. 
Altrafase ha intervistato la Dott.ssa Teresa Fantuzzi, Logopedista operante a Reggio Emilia, perché reputa fondamentale il suo contributo nei disturbi dell’apprendimento e non solo.

Logopedia: Cos’è? A cosa serve?

Nonostante se ne senta parlare sempre più spesso, la logopedia è una scienza relativamente nuova e capita ancora che qualcuno incuriosito mi chieda “ma tu di preciso di che cosa ti occupi?”. In effetti gli ambiti della logopedia sono piuttosto vari: dai disturbi di linguaggio e di apprendimento nei bambini, a squilibri muscolo-scheletrici oro-facciali, alle patologie della voce, fino a problematiche neurologiche nell’adulto.

In particolare, io mi occupo dei disturbi di linguaggio e apprendimento nell’infanzia.

Insegni ai bambini a parlare?”. In un certo senso, sì! Ma il lavoro che c’è dietro è molto più profondo e complesso. Quello che in realtà  faccio è entrare in relazione col bambino, ascoltare e capire i suoi bisogni e aiutarlo ad esprimerli al meglio, con tutti i mezzi che ha a disposizione.

Quando e perché rivolgersi ad un logopedista?

Nell’infanzia è molto importante individuare i primi segnali che possono rappresentare un’alterazione del normale sviluppo linguistico del bambino. Un ritardo del linguaggio, infatti, se trascurato, potrà  avere conseguenze sul successivo sviluppo del bambino. A volte un semplice “non si capisce cosa dici” o “non sei capace” possono creare spiacevoli pensieri e convinzioni nella mente di un bambino, ancora in costruzione. Fortunatamente è possibile prevenire tutto ciò!

Il mio consiglio è di contattare un logopedista qualora si sospettino difficoltà  di linguaggio e di concordare con lui il percorso più adeguato al bambino.

Quali sono i segnali a cui un genitore deve prestare attenzione per agire in ottica preventiva?

Lo sviluppo del linguaggio nel bambino piccolo è sicuramente in parte soggettivo, ma ci sono alcune “tappe” uguali per tutti che ci danno un’idea del livello di sviluppo del bambino.

Per esempio, un bambino che a 2 anni produce poche parole comprensibili, di solito sempre le stesse, e non è in grado di combinare insieme due o più parole per formare una frase minima, può essere considerato a rischio. In questi casi il logopedista può dare qualche consiglio utile a favorire un adeguato sviluppo e monitorare periodicamente i cambiamenti.

Qual è il contributo del logopedista nei disturbi dell’apprendimento?

Dal punto di vista logopedico, i disturbi di apprendimento possono essere correlati a pregressi disturbi di linguaggio. L’apprendimento di lettura e scrittura, infatti, parte dal prerequisito fondamentale della metafonologia, ovvero la capacità  di riflettere e operare attivamente sui suoni del linguaggio. Il contributo primario della logopedia può essere quello di intervenire il più precocemente possibile su un disturbo di linguaggio; inoltre, può fornire al bambino utili strategie di apprendimento, attraverso il potenziamento della metafonologia, delle regole linguistiche e delle funzioni attentive superiori coinvolte.

Perché è importante, secondo te, la collaborazione tra logopedista e psicologo?

In una società  “iperattiva” come quella in cui viviamo, l’abilità  di utilizzare in modo efficace il linguaggio per parlare, comunicare, comprendere, leggere e scrivere, impatta fortemente sul proprio successo educativo e professionale. Dunque, si creerà  inevitabilmente una situazione di svantaggio per tutti coloro che continuano a dimostrare capacità  linguistiche fragili. Un supporto psicologico in queste situazioni può essere utile per trovare le giuste motivazioni e superare quel senso di inadeguatezza derivante dal mondo che ci circonda.

www.terrylogopedia.it

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