Ascoltarsi a vicenda: facile, no?

Una buona conversazione è uno dei grandi piaceri della vita quotidiana: scambiare idee, emozioni, esperienze e progetti insieme alla famiglia, agli amici e ai colleghi. E ancora, apprezzare lo scambio, trovare riconoscimenti, scoprire nuove possibilità  e punti di vista, essere presenti. Sembra semplice e naturale, eppure non lo è! Le famiglie trascorrono sempre più tempo davanti alla tv e dedicano sempre meno tempo alle conversazioni a tavola. Sempre più difficile è avviare un’amicizia sincera, e soprattutto mantenerla e renderla duratura nel tempo.

Cos’è l’ascolto attivo?

È necessario esercitare le proprie capacità  di ascolto attivo. Non è semplice, soprattutto per chi è abituato a conversazioni “botta e risposta” e apprezza maggiormente risposte rapide. Pazienza, ricettività , tolleranza sono aspetti fondamentali per esercitarsi all’ascolto attivo. Certo è che le circostanze variano sempre e a volte anche la conversazione botta e risposta è preferibile.

Nel migliore dei mondi possibili dovremmo essere tutti in grado di partecipare ad ogni tipo di conversazione: da quella esplorativa, profonda, paziente e investigativa a quella rapida, reciproca, punzecchiante e spiritosa. Il comune denominatore di tutte queste forme comunicative è che il contatto offre presenza e soddisfazione, ma a differenza, l’ascolto attivo asseconda la crescita personale e lo sviluppo dell’interiorità  di ognuno. 

Come possiamo superare gli ostacoli comunicativi? 

Spesso quando ascoltiamo l’infelicità  di qualcuno ci viene automatico interrompere il flusso della conversazione e saltare alla soluzione, dimenticando che c’è un tempo per l’elaborazione dei problemi e c’è un tempo per la ricerca della soluzione. Così interrompiamo e blocchiamo l’ascolto per porre fine alla sofferenza del nostro interlocutore e proporgli delle soluzioni.

Al contrario, l’ascoltatore positivo con pazienza lascia spazio alla descrizione della difficoltà  dell’interlocutore soddisfacendo il bisogno di condivisione. Per esercitare l’esperienza di un ascolto attivo dobbiamo cambiare marcia: meno interruzioni, niente giudizi, niente ironia, piuttosto rallentamento, concessione di pause, astensione dai consigli.

Questo cambiamento è necessario affinché le conversazioni assumano un aspetto di ascolto profondo e positivo. Inoltre dobbiamo sempre ricordare che in una conversazione il 70% dell’impatto di un messaggio è costituito proprio dalle espressioni non verbali e solo il 30% dalle parole.

La nostra comunicazione non verbale produce un grosso impatto e quello che l’ascoltatore esprime con il volto influenza profondamente chi sta parlando. Un punto di partenza per migliorare le nostre capacità  di ascolto e di comunicazione non verbale è avere maggiore consapevolezza del nostro corpo e sintonizzarci con l’altro.

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