La psicologia ci dice perché qualcuno prova disagio o difficoltà  ad uscire dalla pandemia e ritornare ai ritmi di sempre.

Durante il periodo difficile che tutto il mondo ha vissuto negli ultimi mesi, in modi diversi e a diversi livelli, vi è stata un’esposizione maggiore verso lo stress. Eppure alcuni hanno gestito bene il confinamento: hanno ritrovato un po’ di tempo per sé stessi e per i loro cari, altri hanno eliminato lo stress quotidiano degli spostamenti e del lavoro… In questi casi, il ritorno alla normalità  potrebbe generare più stress del confinamento stesso. Con il decreto del 4 maggio abbiamo iniziato ad allentare il lockdown riprendendo alcune attività  all’aria aperta e visitando i nostri cari. Abbiamo atteso lungamente questo momento e il ritorno alla cosiddetta “normalità “, e proprio adesso, in molti non si sentono pronti o a proprio agio. Questo comportamento può essere determinato dalla paura e/o dall’adattamento a nuovi ritmi e a nuove condizioni.

E’ difficile uscire dalla pandemia quando scopriamo ritmi più lenti?

Vogliamo rassicurarvi: non c’è niente di strano, anzi è del tutto normale. Le case, in cui abbiamo trascorso questo lungo periodo, sono diventate un rifugio, ci hanno tenuti al sicuro dalle possibilità  di contagio, ma anche da quella routine che è spesso fonte di stress e stanchezza. La nostra vita è immersa in sistemi produttivi incalzanti e incessanti e questo periodo ha permesso a molti di recuperare un po’ di tempo da dedicare semplicemente a sé. Anche questo può essere motivo di riluttanza nel torno alla frenesia di sempre.

Non una semplice comfort zone?

Ma chi ha difficoltà  a ritornare ai propri ritmi pre-Covid, sono anche coloro che se pur mal volentieri, si sono abituati alla routine imposta dal regime di lockdown e da cui ugualmente oggi non riesce ad allontanarsi. Dopo un lungo isolamento, come quello che abbiamo vissuto, può essere comune continuare a voler evitare il contatto con l’esterno. Questo può succedere a chi ha perso la sicurezza e teme ciò che c’è fuori. L’idea di sentirsi a disagio in una situazione che prima era percepita come la normalità  può creare un senso di inadeguatezza. La risposta è che siamo stati sottoposti ad un evento stressante che, nel bene o nel male, ha modificato i nostri comportamenti, ma anche il nostro modo di comunicare, di relazionarci con gli altri e di percepire il mondo esterno.  Si tratta di un cambiamento inatteso e temporaneo, ma è importante prenderne atto e averne consapevolezza.

Inoltre sono tanti i fattori che intervengono a livello personale, spingendoci a voler restare tra le mura domestiche. Primo fra tutti la paura di trovare i nostri riferimenti diversi da come li avevamo lasciati: i locali adattati alle nuove normative, le distanze di sicurezza da mantenere, i nuovi incontri muniti di mascherine e guanti. Una realtà  che può avere un impatto negativo sulla nostra percezione. A questo, si somma il fattore fisico legato al movimento nello spazio limitato della casa che può averci reso più pigri negli spostamenti all’esterno. La paura del contagio infine, rappresenta un altro deterrente al ritorno alla vita all’aria aperta.

Si può tornare alla normalità ?

Ci vorrà  tempo prima di sentirsi di nuovo a proprio agio fuori da casa: non mettetevi fretta. È importante comunque affrontare le proprie paure e il proprio malessere. Noi di Altrafase vi proponiamo il nostro supporto psicologico anche online, in cui vi aiuteremo a trovare una nuova routine con serenità  e piacevolezza.

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